Attività sportiva

Kegel VS Attivazioni Profonde del core: efficacia e limiti a confronto

 

L’unico modo per allenare e recuperare il pavimento pelvico sono gli esercizi di Kegel? Vediamo limiti e confronto con le attivazioni profonde del core.

Parliamo di recupero del pelvico…e subito di vengono in mente quei “fantastici” esercizi stringi-lascia del caro, buon, vecchio kegel! 

Parto subito in quarta perché anche tu, come me, sei mamma e non hai tempo da perdere. 

DISCLAIMER – DOVEROSO – Per tutelare te che leggi e me, che non vorrei mai essere fraintesa o, peggio, tacciata di “invasioni in campi al di fuori delle mie conoscenze”. 

Ti faccio solo una piccola premessa: qui nel post e nel video che vedrai (caricato sul mio canale YouTube, ISCRIVITI, mi raccomando!) parlo di RECUPERO, perché è ciò che mi compete. 

Da queste informazioni sono escluse necessità/esigenze e pratiche legate a RIABILITAZIONE e RIEDUCAZIONE che, invece, indicando gradi di gravità delle problematiche ben più severi, sono ad uso e competenza di personale sanitario qualificato come ostetric*, fisioterapist*, urolog*. 

Quindi, se il livello del tuo problema è un disturbo ben più serio e non “solo un disagio” e quel che avverti sono più che delle “semplici piccole perdite”, per etica e trasparenza professionale ti rimando alle competenze sopraccitate. In caso, chiedi, sarò felice, ove mi è possibile, di indirizzarti ad uno dei tanti bravi professionisti* con cui ho il piacere di fare rete. 

Detto questo…perché sono qui ad affermare che Kegel è ormai vecchio e superato come metodo di recupero per il ritorno alle piene funzionalità? Lo dobbiamo proprio scartare o lo teniamo buono per qualcosa? 

Andiamo con ordine. 

Perché considero gli esercizi di Kegel superati per il recupero del pavimento pelvico. 

È vero: i muscoli, quando stanno bene, fanno due cose: si contraggono e si rilassano. 

Una volta che sanno fare questo e non c’è problema, tutto a posto. Vero? Beh, no. Non solo, almeno. 

Seguimi, perché voglio portarti a concordare con me sul fatto che ci sia bisogno di qualcosa in più per parlare di vero benessere laggiù nelle pelvi. 

Se fosse solo così, se bastasse riuscire a contrarre e rilasciare, non si spiegherebbe perché, così tanta gente (soprattutto donne, dopo i parti, ma anche uomini) hanno fastidi, disagi, dolori, anche se, in apparenza, la muscolatura pelvica fa il suo dovere. 

Da qui la riflessione è d’obbligo: quando parliamo di pelvico, non possiamo considerare solo il pelvico in sé! 

E per farti concordare con il mio pensiero, ecco che ti presento loro, le “incriminanti prove” a sostegno di ciò che condivido con i miei tanti mentori, fisioterapisti esperti di ipopressiva, fitness pelvico, riabilitazione del pavimento pelvico, provenienti da tutto il mondo e attraverso i cui lavori ho potuto estrarre: 

i 4 limiti degli esercizi di kegel per il recupero del pavimento pelvico:

  1. Il primo, non sono pienamente efficaci: questo limite, in realtà, ne nasconde due. Il primo riguarda la consapevolezza stessa del problema e l’aiuto che la persona può dare nel capire quale sia il problema. Se contrae e rilascia, magari anche debolmente, è vero che con l’esercizio migliora…ma il problema, per la maggior parte delle volte, non parte dal pelvico. Il PELVICO È, SPESSO, UNA VITTIMA! In questo modo si sottovaluta l’influenza di postura, forza e capacità degli altri muscoli, vizi di movimento (scarsa mobilità). Non avremo quindi un quadro chiaro e veritiero della situazione! Inoltre, “stringi, lascia, stringi, lascia”, va bene, fino ad un certo punto…se e quando smetti di fare esercizi, smetti di avere risultati! Vale per i glutei, quanto per il pelvico. Per cui dovresti fare esercizi di Kegel A VITA (?!) Ma anche NO!
  2. Sono noiosi. Le classiche routine di kegel sono di una noia mortale. Con o senza aggeggi vari per la stimolazione/verifica casalinga. Con tutto il rispetto, ma non ho ancora sentito una mamma che mi dicesse: “wow, che figata fare gli esercizi di Kegel”. Anzi. Spesso assegnati a voce, senza uno schema preciso, senza una programmazione, senza una propedeuticità, si iniziano e si mollano alla velocità della luce. Se una mamma può fare altro, lo fa! E questo sai cosa significa? Non solo che queste mamme non si stanno prendendo cura del proprio benessere pelvico…ma che, “spaventate” dal fatto di dover dire al proprio specialist che non hanno o non stanno facendo gli esercizi, abbandoneranno anche il percorso di “controllo in presenza”. L’esercizio ai tempi di Netflix deve essere più appetibile (o fare buona concorrenza) ai video di Tik Tok. Altrimenti…ciaoneeeeeee! 
  3. Sono inefficienti: che senso ha occuparsi solo del pelvico, quando la gravidanza lascia strascichi in tutto il core: addominali, zona lombare, diaframma, ileo-psoas. Se voglio recuperare, mi serve un metodo “inclusivo” a visione globale! Perché io posso sistemare il pelvico, ma se il resto è rigido, in difficoltà, non pienamente funzionale, è ovvio che tempo zero il problema si ripresenta! Ti ricordi dell’ATTIVAZIONE PROFONDA DEL CORE, vero? Scopri tutto nel mio post blog, qui. Se ti sei persa il mio video, guardalo sul mio canale YouTube
  4. Il quarto limite è IMPORTANTISSIMO ed è la VERA DIFFERENZA tra kegel e le attivazioni profonde: kegel non crea un automatismo nel nostro corpo. Mi spiego meglio. Non correggerà mai il movimento tanto da farlo diventare una cosa automatica, nella nostra quotidianità. Il cervello registra i movimenti muscolari. Se per far fare qualcosa ad un muscolo lo devo “sollecitare” pensandoci, cioè devo dargli l’input “stringi-lascia”, questo muscolo non automatizzerà mai il movimento. Questo significa che, quando sollevi i tuoi figli, quando li tieni in braccio, quando fai la spesa, quando corri con loro al parco o per rincorrerli al centro commerciale o in spiaggia…il tuo pelvico replicherà, ad ogni sforzo, un piccolo parto. E questo perché non è in grado di gestire in modo automatico gli sforzi, le pressioni, di regolarsi in modo simbiotico e sincrono con il diaframma (respiratorio).    

Ben diverso, invece, è il lavoro basato sulla respirazione, sulle attivazioni profonde del core, che riescono a rispondere in modo risolutivo e completo a tutti questi limiti, proprio perché fanno lavorare tutto il nostro corpo in sincrono, come fosse il concerto di un’orchestra: tutti gli strumenti suonano insieme, creano la melodia in modo armonico, pur suonando singolarmente la propria parte e, poiché si legano ad un gesto automatico del nostro corpo (la respirazione), riusciranno a creare automatismo, tanto da poter lavorare sul nostro pelvico in modo corretto anche quando giochiamo coi nostri figli, facciamo la spesa, solleviamo pesi, corriamo, etc etc. 

Tante mamme si rivolgono a me sfiduciate, dicendomi: ho provato tanti programmi, anche online, anche con tante recensioni positive, ma alla fine non risolvo. 

Quello che ti chiedo è se in questi programmi:

  • ti hanno chiesto di mostrarti per controllare la tua postura?
  • si sono preoccupati di chiederti come mangi? 
  • Come dormi? Quanto?
  • Se allatti?
  • Come hai passato la gravidanza? E i parti? 
  • Se e quali interventi chirurgici/traumi hai avuto?
  • Se lavori? Che lavoro fai? Se stai seduta e come? 
  • Come stanno i tuoi piedi? Come li appoggi? Che scarpe usi?

Noi non siamo solo pancia, gonfiore e pavimento pelvico. Siamo un tutto, collegato, indivisibile. Un’incredibile e meravigliosa catena di montaggio dove, se si inceppa un passaggio, si inceppa, anche se impercettibilmente, tutto. 

E come tutto andiamo considerate. E aiutate a recuperarci. 

Per approfondire a livello più pratico, ti lascio questo video:

Se vuoi farlo con me…ti aspetto

NOTA: 

*Questo perché, qui lo dico, lo dichiaro e lo ribadisco, io non visito. Non “inserisco” niente da nessuna parte, non tocco intimamente e mai mi verrebbe idea di farlo. E questo non solo perché non posso professionalmente (solo gli operatori sanitari lo possono fare, grazie al cielo). Non lo faccio prima di tutto perché…non lo farei MAI. Un conto è toccare una pancia, sentire un addome, un muscolo esterno, guardare una postura. Un conto è inserire le dita nelle intimità delle persone. Ecco, io no. La cosa mi fa senso (per non dire altro)…non lo potrei mai fare. Per cui, state sereni “colleghi”, che non faccio nulla del vostro mestiere. Lo faccio fare a voi, magno cum gaudio 😉   

 

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19 commenti

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