Nel post parto il tuo corpo fa molti sforzi: perché è importante dedicarsi al recupero e da quali esercizi ripartire.
Ho deciso di dedicare il mese di ottobre alla gentilezza, perché mai come da quando sono mamma mi sono accorta di quanto sia indispensabile nella mia vita.
Lo è per avere una buona relazione e comunicazione con il mio compagno, con i miei figli…ma, prima e soprattutto, con me stessa.
La gentilezza è la parola chiave di questo post blog ed è il tema della settimana, che riprenderò anche nel PODCAST, nella puntata 19 che esce giovedì.
Perché parto da qui? Perché praticare la gentilezza è IL PRIMO VERO ESERCIZIO CHE PUOI FARE PER TE STESSA, specie nel post parto.
La GENTILEZZA è la prima attività a cui devi dedicare il tuo tempo, nel post parto, ma anche ogni giorno.
Imparare ad essere madri non è facile. Accettare tutti i nuovi sentimenti e capire come poter gestire le forti emozioni dalle quali veniamo come investite, non è facile. Specie se parliamo di frustrazione, rabbia, senso di smarrimento, tristezza…tutte così presenti e permeanti le maternità, soprattutto nel primissimo post parto.
Rivolgiti a te stessa in modo gentile. Parlati in modo gentile. Solo così potrai ripartire, da stessa, davvero. La gentilezza è quella modalità dello stato d’animo che ti permette di vedere le cose chiaramente, prendere decisioni e agire e/o parlare in modo sereno e per la tua serenità. Ed è l’unico stato d’animo che ti può permettere di arrivare al tuo obiettivo, perché ti permette di RESTARE serenamente nel FLOW, come si dice al giorno d’oggi.
Te lo dico perché spesso, anche io stessa, come mamma, ho bisogno di accettarmi, di perdonarmi, di ritrovarmi nella mia serenità. Anche io non mi piaccio tante volte: non solo se e quando ho la pancia gonfia, o esagero con il cibo e metto peso…non mi piaccio soprattutto quando mi arrabbio con i miei figli e sono poco gentile con loro, magari perché, stanca da una lunga giornata, mi faccio sopraffare dalla frustrazione e mi rendo conto di NON ESSERE CAPACE in quel momento di gestire quelle emozioni così forti.
NON SENTIRSI CAPACI non è bello, per nessuno.
E come professionista, invece, presa dal desiderio di aiutare, mi dimentico di quanto possano essere percepiti in modo diverso/distorto i miei messaggi. Messaggi che vengono lanciati con lo scopo di poter essere di aiuto a tante mamme, ma che potrebbero generare un senso di inadeguatezza in chi li sente.
Quindi, vorrei assolutamente essere chiara su una cosa che mi preme tantissimo:
RECUPERARE NEL POST PARTO è un atto d’amore per te stessa, per il tuo corpo, ma anche come sostegno alla tua maternità .
Non è un DEVI, o un DOVRESTI, detto per farti sentire inadeguata.
NON C’È NIENTE CHE NON VADA IN TE; COMPRESA LA VOGLIA DI MIGLIORARTI, DI STARE MEGLIO. Questo te lo voglio dire a gran voce!
Io ho passato una vita sentendomi inadeguata, da meno, senza speranza. Non sto parlando fisicamente, ma come persona. Nel post parto della mia prima bambina, per la verità, mi sentivo anche MOLTO INADEGUATA FISICAMENTE: gonfia, un po’ sformata, con questa pancia a pallone e sorta per la cicatrice orrenda del cesareo, impacciata, dolorante da un’esperienza di parto devastante, culminata con cesareo d’urgenza che mi ha portata ad avere un sacco di dolori (schiena, anche).
[Se ti andasse di leggere, ho condiviso la mia esperienza di parto cesareo in un mini ebook. Non c’è solo il racconto del mio primo parto, la violenza ostetrica, una ferita da cui ci ho messo anni a guarire…c’è soprattutto un vademecum di quali possono essere le differenze tra parto naturale e parto cesareo per il corpo. Puoi scaricarla da qui, è gratuita.]
Mi guardavo allo specchio e quello che vedevo non mi sembravo io. Mi sembrava un’altra vita, un altro corpo. Un’altra persona. Dissociarsi dalla propria immagine non è una bella passeggiata mentale. Anzi, è proprio un brutto trip. Dovevo fare qualcosa, ma non per DOVERE, ma per me stessa. Per riuscire a camminare senza sentirmi una ottantenne, prima di tutto, poi per riuscire a guardarmi allo specchio e vederci me stessa.
Il senso di inadeguatezza è pericolosissimo. Ti fa stare male oggi e, se lo alimenti, è quello che non ti fa smuovere di un passo. È quello che ti genera lo stato di perenne ansia da prestazione. INADEGUATEZZA E PERFORMANCE sono un COCKTAIL LETALE per il tuo stato emotivo.
Per una vita mi sono sentita dire che dovevo essere performante. Che avrei dovuto lottare, con tutte le mie forze, che dovevo essere FORTE, e non mollare mai.
UNA SPECIE DI RAMBO. E che solo quando fossi arrivata al mio obiettivo, mi sarei potuta godere la “meritata felicità”. Perché allora avrei smesso di disattendere me stessa e gli altri. Ma sai quando ho iniziato a percepire la via della VERA FELICITÀ?
Quando ho fatto il CAMMINO DI SANTIAGO (foto) e mi potevo godere ogni passo, ogni tappa, ogni piccola meta. Raggiunta con fatica, certo, ma sempre con gentilezza.
Così ho capito di essere una “pellegrina” anche nel cammino della mia vita…e che la via della felicità non è il traguardo…ma il cammino stesso.
Per questo quando io parlo di voglia di cambiare, di soluzioni, di programmi…non intendo assolutamente portarti a pensare (o rafforzare) il tuo senso di inadeguatezza. Anzi.
Te lo ripeto, ma vorrei che lo scrivessi su un foglio grande con un bel pennarello a punta grossa e di un bel colore acceso: NON C’È NIENTE CHE NON VADA IN ME OGGI, COMPRESA LA MIA VOGLIA DI CAMBIARE.
Non è un crimine essere in sovrappeso.
Non è un crimine se la gravidanza ti ha trasformata.
Non hai fatto chissà quale peccato mortale a nessuno se ti sei un po’ persa nei meandri della maternità.
E non c’è nulla di sbagliato in te se oggi ti guardi, ci sono delle cose che non ti piacciono, vorresti cambiarle e cerchi una soluzione per farlo.
Quello che sarebbe sbagliato sarebbe trattarti male per come sei oggi, adesso. Sminuirti, parlarti con cattiveria. Non arriverai da nessuna parte così. Non è dicendoti che ti “fai schifo” che cambiare le cose.
Accetta, con gentilezza. Accetta con gentilezza e sii felice della tua voglia di fare qualcosa di bello per te. Ma goditi il viaggio, resta nel flow, con serenità….perché la felicità è in ogni giorno in cui la vuoi trovare…non appesa a quel QUANDO arriverai ad un traguardo.
Tu sei OGGI. Tu sei QUI, ORA. E SEI MERAVIGLIOSA come sei…anche per la tua voglia di cambiare, di fare qualcosa per te.
Te lo motivo con una domanda: lasceresti mai andare la barca alla deriva? Se fossi in mezzo al mare su una barchetta a remi, vedessi terra e sapessi che “la tua salvezza” è là, ti lasceresti trasportare dalla corrente, col rischio di finire in mare aperto, o faresti un piccolo sforzo per prendere in mano i remi e remare fino a terra, se non altro per mantenere una sorta di rotta?
Accettare non è fare spallucce. Quello è arrendersi, rendersi immobili, mentalmente e fisicamente. Accettarsi significa avviare una rivoluzione, ma fatta con gentilezza; significa dirsi: ok, magari oggi non sono in forma come vorrei, come mi piacerebbe, non sto bene con me stessa e con lo specchio, sono piena di acciacchi, ma posso migliorare. Cosa posso fare per migliorare la mia situazione?
Accettarsi significa godere del percorso, gustarsi ogni piccolo traguardo che arriva, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. È potersi regalare la possibilità di essere felice ogni giorno, anche solo per il fatto di essere nel percorso, di riuscire a portarlo avanti con successo, con costanza. Tra alti e bassi, perché sì, ci sono anche quelli, come gli imprevisti. Ma anche questi si accettano, con serenità, e ci si aggiusta.
E dopo questa lunga premessa in qui ti ho raccontato della prima attività a fare, passiamo alle altre, quelle più fisiche!
In questo video che ho caricato sul mio CANALE YOUTUBE (lo sto sistemando, pian piano), puoi trovare esempi di esercizi da cui ripartire e il loro perché.
Perché gli esercizi è importante che gli esercizi di RECUPERO durino “poco”?
Ci sono trainer che propongono programmi con workout da un’ora e mezza, due.
Trainer bravissimi/e, preparatissime, ma per me di questa durata sono pura follia!
Specie quando parliamo di neo-maternità. Chi ce le ha due ore da dedicare interamente ad un workout? Ma io nemmeno adesso e nemmeno facendolo di lavoro!
A maggior ragione questo principio vale per gli esercizi di recupero, per i quali il periodo ideale sarebbe a partire da circa 15 gg post pasto. Con le respirazioni, volendo, anche il giorno 1 post parto. Ma non voglio in nessun modo condizionarti.
CONSAPEVOLE durano circa 30 min proprio per due motivi:
essere sostenibili per la tua maternità, in modo che tu possa riuscire a trovare quella mezz’ora di pace da dedicare a te stessa sul tappetino.
Essere sostenibili a livello psico-emotivo: 30 min sono un tempo che non genera ansia perché, bene o male, sai che il tuo bimbo ti può lasciare almeno 30 min di autonomia tra un pasto e l’altro. Magari non dorme, ma lǝ puoi sdraiare accanto a te, parlarci, raccontargli/le cosa stai facendo, accarezzarlǝ: stabilire e mantenere il contatto è essenziale per la sua tranquillità…e per la tua 😉
30 min sono una durata che non ti genera “ansia da prestazione”, passano in fretta che quasi non ti accorgi.
Bene, anche per questo post concludo qui e, se vorrai, sarò felicissima di averti con me nel Club Mamma Sportiva ^__^
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Condividere fa bene e tiene in allenamento le dita 😉