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Un corpo da spiaggia(h): consigli per un’estate differente, per mamme (e non)

 

Il bikini ti guarda e tu pensi a come coprirti col pareo? Ecco 3 ottimi consigli per passare un’estate diversa col tuo corpo, specie se sei mamma!

Maggio è qui e il bikini è pronto che fa capolino nel cassetto dei costumi. Ti guarda e tu non ti senti pronta, pronta per scoprire il tuo corpo. La soluzione? Mettere il pareo. 

Ma è davvero una soluzione? 

Vedo così tante donne col pareo d’estate e ad ogni pareo mi faccio tante domande, perché farmi domande fa parte del mio lavoro, per cercare di dare risposte alle tante mamme che si affidano a me per riprendersi il proprio corpo dopo la maternità. 

La prima, su tutte è: quale disagio ti porta a coprire il tuo corpo? Di che natura è questo disagio? Estetico? Emotivo? Percettivo? 

Lo so che sembra assurdo, ma non serve essere fuori forma per non stare bene nella propria pelle. 

Anche “le magre piangono”, per parafrasare il detto “anche i ricchi piangono”. Ognuna ha la propria percezione e questa è la dimostrazione che, spesso, non è una questione estetica, ma di autostima, di quanto sappiamo mettere il confine. 

Negli anni di lavoro con le mamme ho proprio potuto dimostrare che la parte più efficace del mio lavoro è andare ad agire sull’aspetto mentale, sull’approccio, sul mindset con cui le mie clienti si avvicinano al loro percorso. Perché il volersi bene parte dalla testa. 

Volersi bene è anche questo! Anche pensare al corpo e nessuno deve permettersi di giudicare questo desiderio. Primo perché fa bene alla salute, secondo perché nessuno fa nulla di male a prendersi cura di sé. Per questo i paletti non sono utili, sono fondamentali. 

Mettere i paletti, mettersi dei limiti se ci stiamo sabotando. 

Cosa significa mettere il confine? Per me ha due valenze: 

  1. imporsi dei limiti entro cui stare quando attiviamo comportamenti per cui non ci vogliamo bene
  2. sapere che, quando creiamo un nostro percorso, disegnamo un cerchio e lì nessuno può/deve permettersi di giudicare, interferire, nemmeno te stessa. 

Il tema del confine mi è molto caro, specie in questi periodi che io, associandomi al pensiero di altri, reputo molto bui, umanamente parlando. 

Cosa intendo per NON VOLERSI BENE? Per me sentire il bisogno di nascondere il proprio corpo perché ci si vergogna è una forma di “violenza”, un modo per non volersi bene, una sorta di auto-body shaming, per dirla con termini più in uso. 

La maternità è dura.

Accudire un figlio, o più figli, è dura.

Se lavori, lo è ancora di più. 

Il prezzo che paghiamo noi madri è altissimo. 

Ma questo non ti giustifica se vuoi talmente male a te stessa da sfiorare l’autodistruzione per il tuo corpo. 

Il tuo corpo è la tua casa. Non puoi trattarlo male. 

Puoi non curare la tua alimentazione e mangiare quel che capita, quanto e quando capita. 

Puoi non muoverti e pensare che, a 30, 40 anni tutto sommato, vada tutto bene. Finché cammini, che problema c’è? 

Puoi non sincerarti che addome e pavimento pelvico stiano bene dopo i parti. Finché non devi vivere col pannolone, che problema c’è?

Certo che puoi. 

Però devi sapere che ogni volta che ti trascuri, ogni aspetto che trascuri, verrà a chiederti il conto. E questo non è per fare terrorismo o essere brutale. È solo la verità.

Ti faccio un esempio: se non ti fai la tinta e trascuri i tuoi capelli, dopo 2 mesi o poco più sembrerai una scappata di casa. Se non ti fai la pedicure, quando verrà l’ora di mettere i sandali, i tuoi piedi saranno un disastro. 

Lo so che capelli e piedi vanno a posto in men che non si dica e non richiedono troppo impegno. Lo so che per il corpo la questione è più lunga e impegnativa. Lo so.

Ma il tuo corpo è come i tuoi figli: un “investimento” a lungo termine. 

Tu oggi li educhi, il risultato lo vedrai domani. 

Tu oggi tratti bene il tuo corpo, lui ti ringrazierà facendoti stare bene. Non facendoti provare mille acciacchi e dolori, regalandoti una vita senza (o con meno) fastidi e problemi di salute, quanto meno, senza quelli evitabili. 

Immagina di non avere più il mal di schiena. 

Immagina di non avere più il mal di spalle, braccia, sciatica, …

Immagina di non avere la diastasi. 

Immagina di non avere problemi al pavimento pelvico, perdite di pipì, di poter tossire e starnutire senza paura, di poter andare a correre e poter giocare, saltare, ballare con i tuoi figli senza manca fiato, senza paranoie. 

Questa è la vita che ti aspetta quando ti prendi cura del tuo corpo.

Quando lo fai ogni giorno dell’anno (o quasi, ecco 😉 ), senza aspettare le follie assurde da prova costume. Perché, sì, anche quella è una forma di VOLERSI MALE. Violentarsi per 2 mesi per infilarsi in un costume, che poi, vorrei vedere come, e poi scoppiare perché impazzisci di fame e sei in crisi nera. Queste cose, questi Yo-yo, fanno malissimo al corpo. Sappilo! 

Poi c’è l’aspetto estetico. Immagina di poterti guardare di nuovo allo specchio e vedere riflessa un’immagine che ti piace, che ti fa sorridere. Non ho detto perfetta. Non ESISTE. Non ho detto BELEN, non sei tu. Ho detto CHE TI FA SORRIDERE. Che ti piace, che ti risuona, che ti fa sentire TE STESSA. Che ti fa sentire e vedere bene nei vestiti, anche se questi vestiti sono di una taglia in più. 

Una donna che si vede e si sente bene, spacca il mondo! 

E per sentirti bene, devi capire cosa vuoi, e mettere dei confini per proteggerti! 

Non c’è confine più forte di quello che noi possiamo mettere per noi stesse, schermandoci da tutto quello che può “aggredirci” dall’esterno (o dall’interno), come il giudizio, come il confronto. Perché il sabotaggio può venire da fuori…ma, spesso, la peggiore vocina è dentro di noi. Ne ho parlato nell’episodio 8 del mio PODCAST, lo puoi ascoltare qui. 

Sui social dilaga la perfezione, il mito che essere FIT significhi SOLO essere PERFETTA, ma non è assolutamente così. Solo che tra l’essere perfetta e il non avere cura di sé c’è comunque un abisso. E, spesso, è proprio qui che ci perdiamo. 

Ci perdiamo guardando a modelli irraggiungibili, e piangiamo sentendoci inferiori, quando, se facessimo qualcosa per noi senza questi confronti, staremmo meglio, 2 volte. 

Mi spiego meglio: sento tante donne confrontarsi con le bellone dello spettacolo e dire “io vorrei essere come Belen”. Ma, ragazze mie, Belen è Belen!!! E noi siamo noi. 

Dovremmo smettere di farci del male e di lanciarci nel frigorifero piangendo al grido: “non sarò mai come Belen”, perché, per forza, facendo queste cose ci stiamo votando alla tristezza e al “fallimento”. 

Cerchiamo la migliore versione di noi stesse, non quella di altre. 

E dovremmo anche essere più oneste con noi stesse: il fatto di non poter essere come Belen non dovrebbe essere una scusa per non prenderci cura di noi.  

Quindi, al dunque, come possiamo fare per non mettere il pareo quest’estate? 

Ecco tutti i consigli che posso darti per un’estate differente! 

MUOVITI OVUNQUE PUOI: la vita è movimento e il movimento è vita.

Cammina, cammina, stai all’aria aperta, prendi luce, vai al parco e fai due esercizi; approfitta della pausa al lavoro per un pasto leggero e fare due passi con un paio di scarpe comode, al lago, in campagna o al mare, se abiti in contesti rurali. Vai in piscina in pausa durante i mesi più caldi e cammina in vasca. 

Porta il tuo bambino in passeggino e sostituisci l’uso dell’auto con le tue gambe quanto più ti è possibile! La vita più vissuta più slow non è per niente male! 

CRACKERS & CO e l’eccesso di carboidrati di scarso valore sono la tua criptonite

L’ho già detto e lo ripeto: i carboidrati sono fondamentali, non si sindacano e sono indispensabili. Però bisogna sapere quali è meglio mangiare. I prodotti da forno, specie i lavorati industriali, sono ricchissimi di grassi e “aria fritta”. Sembrano buoni, sembrano saziare: la verità è che ti riempiono di nulla che ti sia davvero utile, lasciandoti con sempre più fame e sempre più sete. Ricordi il caro vecchio pinzimonio carote, finocchio e sedano? Ecco, impara a usare la verdura per creare degli snack. Magari in friggitrice ad aria. Puoi fare anche degli sticks o delle rondelle di zucchine. Uno spezza fame gustosissimo e sano, anche per i tuoi bambini. 

Aumenta la quantità di pasta o riso che mangi al pasto, se hai così fame, e vedrai che andrà meglio. Scegliere meglio, non mangiare meno (che poi è solo un’idea che si mangi meno coi crackers!). Questo che sembra uno sciocco accorgimento ti toglierà già la metà della ritenzione idrica, del gonfiore addominale e dell’effetto materassino sulle gambe. Per altri consigli specifici su questi argomenti, ti rimando agli altri post pubblicati il mese scorso qui sul blog

ALCOL: bevi responsabilmente, anche per evitare che vada tutto in grasso. 

Lui, il protagonista delle serate leggere, dalle Alpi alle Ande! 

Ma sicura che l’happy hour sia poi così happy? 

Ogni drink che bevi ti allontana dalla serenità col tuo corpo. Non sto dicendo di non bere, solo di non esagerare con gli aperitivi e i brindisi e con il cibo agli happy hour. 

Perché? Perché non è vero che l’alcol si trasforma direttamente in grasso. È uno zucchero. Ma dei peggiori, non è nemmeno efficiente dal punto di vista del carburante per i muscoli. E al nostro corpo non piacciono le inefficienze. Una volta che passa dallo stomaco, l’alcol reazioni chimiche tali per cui lo converte in acetaldeide, poi in acetato e infine in acetil-coA.

Siccome al corpo non piace la spazzatura, dovrà impiegare l’energia buona che hai per bruciare l’alcol e, intanto, ti lascia a secco di carburante, per cui il consumo di grassi e zuccheri si interrompe temporaneamente. 

Figata, dirai tu! E invece no. Perché è proprio in quella condizione che il corpo è in ACCUMULO DI ADIPE MOOD ON.

Per cui, ripeto il giro: bevi alcol → il corpo lo deve bruciare → il corpo brucia l’energia buona per pulirti dalla spazzatura → è troppo impegnato per convertire grassi e zuccheri → si mette in stand by metabolica → tu accumuli grasso. 

Chiaro, no? 

E, come se non bastasse, ti annebbia, ti crea sonnolenza ma poi iperattività, mandantoti in tilt la produzione di melatonina per via dell’aumento dell’adrenalina, per cui il cortisolo aumenta da paura e tu, stressata e persa, magari in preda all’ansia, ti ritrovi con una fame da lupo mannaro, mille voglie di schifezze e livelli di zucchero nel sangue atomici.  

Ok, uno spritz non ti fa questo. Più spritz, sì. Più volte alla settimana, sì. 

Quindi, riassumendo, l’alcol ha effetti negativi su:

  • i livelli degli ormoni più importanti che regolano la nostra salute e il nostro benessere
  • la nostra carica energetica
  • il modo in cui ci alimentiamo
  • la qualità del nostro riposo
  • la qualità dei risultati che possiamo ottenere in un percorso per tornare in forma

Come limitare gli effetti negativi? 

Non esagerare con quantità e frequenza. Meglio la birra dei cocktail che sono mix potentissimi di superalcolici e succhi ultra carichi di zuccheri e, possibilmente, non arrivare mai all’aperitivo a stomaco vuoto, altrimenti, complici la fame e la fame chimica derivata dal consumo di alcol, ti finisce che vorresti scofanarti anche il piano del buffet. 

Tieniti idratata bevendo acqua, questo limiterà i danni e la voglia di bere altro alcol. 

In sostanza…per volersi più bene e indossare meno pareo…piccoli cambiamenti che fanno grandi differenze! 

Muovi le gambe, la tua energia e i tuoi pensieri, cambia piccole abitudini e tieniti attiva e tutto questo muoverà il tuo metabolismo…e la tua soddisfazione! E, per la cronaca, non serve avere un corpo perfetto per mostrarlo, serve solo un corpo in cui stai bene tu.

E tu? Pronta a provare un’estate differente?

Intanto ci sentiamo sul podcast, con il prossimo episodio dedicato ai CONFINI.

 

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